DIARIO DI BORDO


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Prima tappa: Segrate – Vicenza (km 224) giovedì 27 settembre. La sveglia suona alle ore 06:00 e il primo gesto fu quello di lanciare un’occhiata scaramantica verso la finestra della stanza per verificare le condizioni metereologi che. Purtroppo il tempo era veramente brutto; vento, pioggia e anche una temperatura disagevole. Non ci perdiamo d’animo e ci rechiamo nella sala dove era stata allestita la nostra colazione. Molti di noi, alla vista delle penne al sugo e all’olio sono letteralmente inorriditi, visto l’orario, evidenziando la natura prettamente cicloturistica, abituati alle colazioni tradizionali! Solo pochi di noi hanno riempito i piatti di penne, ben consapevoli che sarebbero risultate preziose lungo la prima tappa. Dopo una veloce capatina verso la stanza dell’albergo, abbiamo riportato i bagagli all’entrata dove il pulmino giallo guidato da Isabella (moglie del presidente) ci attendeva, sotto una debole ma costante pioggerellina.

A bordo del pulmino, abbiamo notato altre due figure femminili: Angela (moglie di Roberto Scainelli, “trait d’union” fra le nostre società) e Giuliana, moglie del mitico Benny; gli angeli soccorritori del gruppo! Indossate le mantelline antipioggia, scocciati bene i piedi e le mani, ci siamo avviati verso il centro di Segrate, nella zona del Municipio dove abbiamo incontrato i nostri compagni di avventura, riparati sotto il portico della via. Poche parole, alcune fotografie e commenti sul tempo; senza accorgersene ci siamo avviati sotto la pioggia alla volta di Vicenza che si trova a circa 220 chilometri da Segrate. In modo automatico, il gruppo si è messo in fila indiana, ad una velocità di crociera di 32 – 34 km/h; un bel andare pensai! Ma non dobbiamo rimanere in sella oltre otto ore? Ma forse mollano! Insomma, siamo arrivati nelle vicinanze della basilica di Caravaggio e li abbiamo fatto una prima sosta, cercando la benedizione delle nostre biciclette (penso che sia un luogo dove si benedico i mezzi di trasporto… forse).

Arrivati alle porte di Brescia ecco il primo “fattaccio”. Pedalando affiancati, discutevo con il nostro Silvio di alcuni particolari dei nostri pantaloncini quando il povero, aggancia letteralmente il bordo in pietra dell’aiuola adiacente la carreggiata. Non potendo sterzare, con uno certo stupore ben riconoscibile dalla sua smorfia, Silvio è planato sul manto verde dell’aiuola pubblica; di pancia. Come un gatto, si è rialzato e con le braccia aperte ha gridato: “tutto a posto! Sto bene!”. A quel punto, le risate si sono fatte sentire anche se il sottoscritto già rideva quando lo ha visto agganciare il bordo incriminato! Il cammino del gruppo continuò con un discreto ritmo e molte soste tecniche per svuotare le… insomma, si è capito.

Devo dire che non ho mai avuto occasione di sperimentare un’esperienza di così lunga durata e sinceramente, si incontrano molte situazioni di alti e bassi, fisici e mentali. Ci si accorge che si passa, abbastanza rapidamente, dall’euforia alla concentrazione per minimizzare gli sforzi, in una situazione molto particolare che sinceramente non saprei descrivere e che risulta indipendente dalla volontà della persona. Come potrete capire, lungo le otto ore e mezza (abbonanti) durante le quali si pedala, i pensieri sono molti, si ragiona come alimentarsi, si fuorvia il pensiero della meta da raggiungere, si osserva l’ambiente circostante e i comportamenti dei compagni di avventura, si cerca di sopravvivere senza essere schiacciati dagli automobilisti e peggio ancora, dai camionisti che ogni tanto fanno il pelo al gruppo. Faticoso, certo. Il ciclismo è fatto di fatica e noi la accettiamo di buon grado in quanto è compagna e maestra, nello stesso tempo. In effetti, la prima tappa è stata impegnativa, per le spalle indolenzite e soprattutto per il fondoschiena! Se fossi stato da solo, probabilmente avrei sentito di più la fatica e il dolore fisico ed è per questo che lungo il tragitto verso Vicenza affioravano le parole del presidente che ricordava i valori di gruppo che intendeva salvaguardare! Oltrepassata Peschiera del Garda, ci siamo detti che la prima metà delle fatiche era stata superata ma in realtà ci si faceva coraggio per affrontare l’ultimo tratto verso la città veneta.

Poco dopo Peschiera, ecco il secondo “fattaccio”; Gian Pietro non riesce ad evitare la ruota che lo precedeva, in un momento di frenata prima di un semaforo ed eccolo coricato sull’asfalto. Un pochino di paura che passa subito, quando vediamo il nostro eroe rialzarsi incolume. Si, Gian Pietro è proprio un eroe! Dovete sapere che questo ragazzo ha “inforcato” la bici solo trenta giorni prima di questo appuntamento e devo dire che ha dimostrato un coraggio da leone nel decidere di affrontare una sfida così impegnativa! Procedendo verso il pomeriggio inoltrato, ci troviamo a venti chilometri da Vicenza; i più duri per chi vi sta raccontando questa avventura! La lucina rossa della riserva lampeggiava e qui sono intervenuti gli angeli del pulmino giallo che con gentilezza mi hanno passato dal finestrino un paio di quadratini di Parmigiano Reggiano. Incredibile ma vero, le forze sono riapparse in modo istantaneo! Forse, ora capite quante siano le emozioni che si provano ad affrontare difficoltà simili! Letteralmente rigenerato, siamo entrati in città.

Procedendo con cautela, mi ritrovo attaccato alla ruota posteriore di Roberto (Scainelli, detto Sky). Un attimo distratto verso una vetrina di un negozio, ho il tempo necessario di rivolgere lo sguardo innanzi a me per poi sentire un rumore di lamiere, improvviso. Vidi il povero Roberto centrare un bidone dell’immondizia che, a detta sua, si era messo in mezzo alla strada a causa del forte temporale! Ecco la terza caduta della giornata. Nessun problema! Roberto si è rialzato velocemente e ci siamo rimessi in moto verso l’albergo. Tanto per gradire, gli ultimi istanti li abbiamo passati sotto uno scrosciante temporale. Arrivati in prossimità dell’Hotel Continental, di fronte allo stadio del Vicenza Calcio, abbiamo messo piede a terra e iniziato a compiacersi per la riuscita della prima tappa! Il nostro reporter Pier Luigi Previ, con la sua videocamera ha raccolto le prime impressioni dalle facce stravolte di tutti noi che in poco più di otto ore e mezza hanno coperto oltre 224 chilometri; da Segrate (Mi) a Vicenza. Una bella doccia calda e la cena condita dalle prime impressioni sulla temuta prima tappa, hanno concluso la giornata di giovedì


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